Forse non tutti sanno che la pelle è un vero e proprio organo del corpo umano e, oltretutto, è anche quello più esteso. Negli adulti in media copre una superficie di circa 2 metri quadrati e pesa circa 10 chilogrammi. La pelle è un organo, composto da più strati, molto importante in quanto svolge numerose funzioni fondamentali, in particolare:
- Rappresenta la prima barriera di difesa dell’organismo contro l’attacco di patogeni ed agenti tossici, svolgendo un ruolo attivo nella protezione fisica, biochimica e immunologica dell’organismo.
- La pelle protegge l’organismo dai danni meccanici, dalle radiazioni ultraviolette (UV) e dai fattori ambientali come l’inquinamento.
- Tra le altre funzioni, la pelle regola la temperatura corporea, è sede dei recettori tattili e svolge un ruolo attivo nella biosintesi della vitamina D.
Quali sono gli strati della pelle?
La pelle è composta da tre strati che, dall'esterno verso l'interno, assumono nell’ordine il nome di epidermide, derma e ipoderma.
Fotoinvecchiamento: che cos’è e come si previene
Con il passare degli anni, la pelle va incontro ad una serie di modifiche biochimiche, strutturali e fisiologiche che determinano perdita di consistenza ed elasticità, rendendo il suo aspetto rugoso ed invecchiato. Oltre al normale scorrere del tempo, ci sono alcuni fattori esogeni che possono attivare precocemente o accelerare il fisiologico processo di invecchiamento cutaneo. Tra questi fattori quello che più di altri influenza negativamente il processo di invecchiamento della pelle sono le radiazioni UV, derivanti da un'eccessiva esposizione della pelle alla luce diretta del sole e/o a quella delle lampade abbronzanti.
Quante e quali sono le radiazioni UV
A seconda della lunghezza d’onda, le radiazioni UV si suddividono in UV-A (400-315 nm), UV-B (315-280 nm) e UV-C (280-210 nm). La profondità di penetrazione negli strati cutanei è direttamente proporzionale alla lunghezza dell’onda, oltre a dipendere anche dal fototipo della pelle. La pericolosità, invece, dipende dall’energia sprigionata che è inversamente proporzionale alla lunghezza dell’onda. Questo significa che le radiazioni UV-A, anche se sono le meno energiche, sono quelle più pericolose perché hanno la maggiore lunghezza d’onda e quindi penetrano in profondità nella pelle raggiungendo il derma. Qui agiscono alterando e danneggiando le cellule che producono le fibre di collagene, l’elastina ed i capillari, motivo per cui sono considerate le principali cause dell’invecchiamento della pelle foto-indotto detto anche photo-aging.
Per quanto riguarda le radiazioni UV-B, pur avendo un potere di penetrazione inferiore, possono provocare danni a livello cellulare (a lungo andare possono provocare tumori della pelle come il melanoma) e, inoltre, danneggiano il sistema immunitario a livello cutaneo. Le radiazioni UV-C, invece, raramente raggiungono la pelle perché vengono quasi totalmente assorbite dall’atmosfera.
Come e perchè si attiva il processo di invecchiamento della pelle
Uno dei principali meccanismi con cui le radiazioni UV, penetrando negli strati della pelle, accelerano i fenomeni di invecchiamento cutaneo è lo stress ossidativo. Le radiazioni, in pratica, provocano la formazione di radicali liberi dell’ossigeno estremamente reattivi, i cosiddetti ROS, che inducono l’ ossidazione delle molecole biologiche. I processi di foto-ossidazione a loro volta possono provocare eritemi e innescare o accelerare i processi di invecchiamento.
L’invecchiamento della pelle è, di fatto, un processo naturale che inizia già dopo i trent’anni con la fisiologica riduzione della produzione di collagene ed elastina, i principali componenti del tessuto connettivale del derma insieme ai glicosaminoglicani. I radicali liberi in eccesso prodotti dall'elevata esposizione alle radiazioni UV-A e UV-B, in particolare, accelerano i processi di distruzione delle fibre di elastina. Questo processo determina una progressiva diminuzione dell'elasticità cutanea e la contemporanea diminuzione del collagene che, a sua volta, riduce progressivamente la compattezza e lo spessore del derma con la comparsa di rughe e lassità.
Come prevenire il fotoinvecchiamento
Per prevenire il fotoinvecchiamento e i danni provocati alla pelle dalle radiazioni UV, è innanzitutto necessario evitare l'eccessiva esposizione alla luce diretta del sole o delle lampade abbronzanti e, soprattutto, proteggere la pelle con prodotti solari specifici per il proprio fototipo.
Oltre a prodotti ad uso topico, è possibile prevenire i danni da fotoinvecchiamento anche attraverso la dieta. Numerosi studi in vitro e in vivo su individui sani, infatti, hanno dimostrato che l’assunzione di carotenoidi contribuisce a prevenire i danni dovuti all'eccessiva e non protetta esposizione al sole.
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Il ruolo del Licopene nella Fotoprotezione
L’assunzione di prodotti ricchi in licopene, in associazione ad altri carotenoidi, sembra migliorare l’effetto di foto-protezione della pelle nei confronti dell’esposizione a radiazioni UV, riducendo il rischio di eritemi e scottature. In particolare, diversi studi hanno dimostrato che il licopene, assunto per via topica, grazie alle sue spiccate proprietà antiossidanti, risulta efficace nella prevenzione dei danni foto-ossidativi causati da radiazioni UV-B e UV-A.
In un primo studio, un campione di volontari sani è stato suddiviso in due gruppi. Al primo gruppo è stato somministrato succo di carota ottenuto dalla varietà Nutri Red particolarmente ricca in licopene e beta-carotene (10 mg di licopene e 5,1 mg di beta-carotene al giorno per 12 settimane), mentre al secondo gruppo è stato somministrato un concentrato di pomodoro addizionato con olio d’oliva (16 mg di licopene al giorno per 10 settimane). Alla fine del trattamento in entrambi i gruppi si è avuto un aumento dei livelli di carotenoidi nel plasma di 1,5-2 volte superiore rispetto ai livelli fisiologici e un significativo effetto foto-protettivo.
Per valutare l’effetto fotoprotettivo, nel corso dello studio ad intervalli di tempo predefiniti, ogni volontario è stato sottoposto a valutazione del valore MED e del livello di licopene e altri carotenoidi nel plasma e nella pelle. La soglia MED (Minimal Erythema Dose) è il parametro utilizzato per valutare la sensibilità individuale verso le radiazioni UV e coincide con la dose minima in grado di determinare l’insorgenza di un eritema rilevabile 24 ore dopo l'esposizione.
Dai risultati dello studio è emerso che in entrambi i gruppi si è avuto un aumento dell’effetto foto-protettivo del +40-45% rispetto al valore base, a dimostrazione dell’efficacia del licopene, anche in associazione ad altri carotenoidi, contro i danni da foto-ossidazione.
Altri studi condotti attraverso la somministrazione di integratori di licopene, con diversi gradi di qualità e biodisponibilità del principio attivo, hanno ulteriormente dimostrato che l’aumento di licopene nel plasma è associato ad un aumento della protezione dai danni ossidativi causati dall’esposizione a radiazioni UV. Anche in questo caso è stato utilizzata la soglia MED per valutare l’effetto fotoprotettivo sui volontari sani che hanno partecipato allo studio. Dai risultati è emerso anche che, l’assunzione di licopene naturale (estratto da pomodoro) comporta una protezione maggiore rispetto all’assunzione di licopene sintetico, è questo è dovuto sia alla migliore biodisponibilità del licopene naturale, sia alla presenza, in quest’ultimo, di altri carotenoidi co-estratti, in particolare il betacarotene.
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